Fermare il cambiamento climatico catturando l’anidride carbonica: cos’è la CCUS

CCUS

L’obiettivo di contenere l’innalzamento globale della temperatura a 1.5° C in più rispetto all’era preindustriale, fissato con l’accordo di Parigi del 2015, diventa sempre più ambizioso.
Per raggiungere gli obiettivi europei di neutralità carbonica entro il 2050, un passaggio fondamentale è la limitazione della CO2 di origine antropica immessa in atmosfera.

Ma come sottolinea l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nel report Net Zero by 2050, gli attuali impegni climatici dei governi non sono sufficienti a garantire che le emissioni globali di anidride carbonica legate alla produzione di energia si azzerino entro il 2050.

Per questo, è necessario portare avanti diverse azioni che, integrate, potranno garantire una sensibile riduzione delle emissioni nette di CO2 di origine antropica. In questo contesto, in accordo con alcuni dei maggiori organismi internazionali che si occupano di clima, tra cui IPCC, le tecnologie di cattura e utilizzo dell’anidride carbonica, avranno nei prossimi anni un ruolo determinante in questo complicato processo.


Cosa sono e come funzionano CCUS e CCS

Letteralmente CCUS significa Carbon Capture, Utilization and Storage.
In altre parole, è un acronimo che comprende una serie di tecnologie e infrastrutture, utili per catturare la CO2, destinandola allo stoccaggio oppure al riutilizzo. La filiera coinvolge diverse fasi:

  • Cattura: la CO2 viene prelevata direttamente dalla fonte delle emissioni, tipicamente industrie ad alte emissioni e quelle “hard to abate”, cioè per le quali è difficile non emettere CO2.
    Questi settori, che comprendono chimica, cemento, acciaio, carta, ceramica, vetro e fonderie, in Italia contribuiscono per oltre il 60% alle emissioni industriali di CO2.
  • Preparazione e trasporto: in questa fase la CO2 viene compressa e trasformata in un fluido, così da poter essere trasportata in un sito di stoccaggio, attraverso oleodotti, navi o altri veicoli.
  • Stoccaggio o Utilizzo: a questo punto l’anidride carbonica può prendere due strade, lo stoccaggio nel sottosuolo, generalmente in strati geologici porosi, di solito ex-giacimenti esausti di altri gas (e in questo caso si parla di CCS), oppure può essere riutilizzata, sfruttando il carbonio catturato per produrre manufatti o in processi industriali.

La situazione attuale e i progetti di Greentech

Attualmente le tecnologie per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio di anidride carbonica sono per buona parte in fase sperimentale.
Nel 2021, gli impianti CCS commerciali operativi o in costruzione in tutto il mondo erano 31, con una capacità di catturare 40 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Una quantità di circa 100 volte inferiore, secondo una ricerca del Global CCS Institute, rispetto a quella necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. 

In Europa esistono oggi circa 70 progetti CCUS in varie fasi di sviluppo, quasi tutti concentrati nei Paesi del nord.
Il Clust-ER Greentech partecipa in qualità di partner a 2 progetti sul tema:

  • HERCCULES – Heroes in Southern Europe to decarbonise Industry with CCUS
    Progetto coordinato dal nostro socio LEAP s.c.a r.l., ha l’obiettivo di dimostrare la fattibilità di una filiera CCUS in Sud Europa. Il progetto prevede la sperimentazione sulla cattura nei settori della produzione del cemento e della termovalorizzazione, attività sperimentali di purificazione, trasporto e utilizzo di CO2, dai siti industriali di cattura ai due siti di stoccaggio geologico di Ravenna (gestito da Eni) in Italia e Prinos (gestito da Energean) in Grecia.
     
  • ENCASE – European Network of Research Infrastructures for CO2 Transport and Injection
    Progetto che ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e di una rete per la cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica, favorendo la collaborazione tra imprese e ricerca. Il consorzio è costituito da soggetti provenienti da 5 diversi paesi europei. Per l’Italia ALPHA Consult e alcune realtà dell’ecosistema dell’innovazione della Regione Emilia-Romagna, tra cui il nostro socio LEAP s.c.a r.l. Tecnopolo Piacenza, Politecnico di Milano e il Clust-ER Greentech.


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